Scrivere è… vivere. E si apprende a scuola.

La scrittura a mano, la memorizzazione e la lettura contro il “marciume cerebrale” causato dagli smartphone

Scrivere è… vivere. E si apprende a scuola. Come emerge dalle nuove Indicazioni Nazionali, la scrittura a mano ha un significato profondamente umanistico e di supporto alla promozione degli apprendimenti di tutte le discipline. Carta e penna, lettura ad alta voce e piccole biblioteche d’aula, infatti, devono convivere armoniosamente con assistenti virtuali e augmented learning. Nelle scuole del primo ciclo di istruzione, la scrittura è fondamentale e va curata con particolare attenzione, a partire dall’apprendimento del corsivo e della calligrafia, che agevolano lo sviluppo della coordinazione oculomanuale, allontana i bambini dagli schermi e permette, specie nella scuola primaria, di affinare pensiero e ragionamento. La calligrafia inoltre contribuisce allo sviluppo delle capacità motorie e cognitive. I bambini che padroneggiano il corsivo e altri stili di scrittura manuale, infatti, sviluppano una maggiore attività neuronale, possiedono un vocabolario più ampio e una maggiore capacità di comporre testi scritti rispetto a chi utilizza prevalentemente dispositivi elettronici.

La scrittura a mano è un vero e proprio antidoto al “marciume cerebrale“, quella stanchezza mentale e deterioramento delle capacità cognitive dovuto alla passività e alla sovrastimolazione che può derivare dall’uso eccessivo di schermi.

Scrittura manuale, memorizzazione, lettura, sono tutte attività che favoriscono il potenziamento dell’emisfero sinistro del cervello, responsabile del pensiero logico e analitico. Se questa area non viene adeguatamente sviluppata, però, i ragazzi rischiano di dipendere esclusivamente dalla sfera emotiva, con un impatto negativo sulla loro capacità di valutazione critica e razionale. A dirlo non sono solo le Indicazioni Nazionali, ma anche alcuni studi, tra cui una ricerca norvegese, che ha rilevato che scrivere a mano attiva aree cerebrali legate all’elaborazione, all’attenzione e al linguaggio, migliorando l’apprendimento e la memoria. Inoltre la scrittura manuale coinvolge processi cognitivi multipli, tra cui abilità motorie, memoria e elaborazione delle informazioni, favorendo uno sviluppo cognitivo più completo.

La scrittura, insomma, è molto più che una tecnologia della parola: è saper strutturare il pensiero in un orizzonte di senso che è anche introspezione e cura di sé, ma è anche avviamento al pensiero riflessivo. Scrivere mette, inoltre, in discussione il mito della velocità: richiede silenzio, concentrazione, lentezza. Non si scrive solo per essere capiti: a scuola si scrive per capire. Per questo la didattica della scrittura assume un ruolo cruciale sin dalla scuola del primo ciclo, dove i bambini si impegnano molto precocemente nel processo di letto-scrittura e indagano, fin dalla tenera età, i principi e le regole che governano quei segni. Scrivere, infatti, costituisce la via migliore per l’apprendimento, a scuola come nella vita.